venerdì 30 luglio 2010

Coolest Rockin Concenrts: Jimi Hendrix live at Woodstock


JIMI HENDRIX
Live at Woodstock



Oggi Coolest Rockin Concenrts vi parlerà della performance di un'artista che ci ha dato tanto,ossia di Jimi Hendrix con il live at Woodstock.Un'esibizione stravolgente,come lo è la sua musica che non morirà mai!
La performance di Jimi Hendrix in chiusura del festival di Woodstock del 1969 è tra i live più intensi di tutta la sua carriera ed ha un’ aura di leggenda. La chitarra di Jimi Hendrix a Woodstock è il suono del rock per eccellenza entrato nell'immaginario collettivo come uno dei punti di svolta nella storia della musica.

L'esibizione del chitarrista a Woodstock era stata programmata in chiusura della rassegna, la sera del 18 agosto 1969, terzo ed ultimo di quei three days of peace, love and music: a causa però dei problemi tecnici e logistici che si verificarono, non ultimo il violento acquazzone che si abbatté sulla zona a metà del secondo giorno, la sua performance dovette essere procrastinata all'alba del giorno successivo.Nella scaletta non manca nulla: i riffoni di "Foxy Lady" e "Purple Haze", la velocità di "Fire", gli standard blues ("Hear My Train a Comin’", "Red House" qui vere e proprie maratone in 12 battute), le jam pure ("Jam Back At The House", "Woodstock Improvisation"). Il suono è molto live e non sempre buono, ma chi se ne importa. Come al solito bellissimi: il vibrato e il tremolo, specie nelle corde basse, l’uso del feedback e del rumore come elemento puramente musicale (vedi l’intro di "Foxy Lady"), il timbro della Stratocaster che si riconosce tra mille; e poi chiaramente la fantasia e la voglia di esplorazione negli assoli. Un Hendrix in forma, in una performance non così inaspettata e oltraggiosa come quella di Monterey due anni prima, ma comunque ottima. Il cui cuore sono i 13 minuti di "Voodoo Child (Slight Return)", un brano di cui tutti dovremmo conoscere almeno il titolo, come Yesterday; buono qui anche il basso di Cox con quel giro discendente che supporta bene le escursioni del chitarrista ormai fuori orbita. E qui il chitarrista aggancia al pezzo i 3 minuti forse più sacri, idolatrati e oltraggiosi del rock dell’epoca: "Star Spangled Banner", ovvero l’inno U.S.A. secondo la chitarra di Seattle: rumore, bordate elettriche ed esplosioni di bombe che portano l’eco del Vietnam sul palco di Woodstock e nella testa degli americani nel modo più efficace, antiretorico e sincero: anni di sit-in e canzoni di protesta spazzati via e resi obsoleti. Un “must”, imitato, clonato, ricostruito programmaticamente laddove l’originale era solo una geniale intuizione improvvisata sugli accordi finali di Voodo Child, a chiusura del concerto e del raduno. Seguono i bis e si chiude con una "Hey Joe" trasfigurata e aggressiva.
Questa performance, più per l’impatto visivo e simbolico (dell’inno in modo particolare) che non per l’aspetto meramente musicale, eleva Hendrix allo stato di icona vivente di ciò che allora era di moda chiamare contro-cultura. L’evento ebbe eco planetario e Jimi ne trasse il massimo; assieme all’esibizione di Monterey, questo fu il picco della popolarità del chitarrista. Fu vera gloria? La discografia di Hendrix è la più intricata della musica moderna; il personaggio Hendrix è uno dei più semplici: il più grande chitarrista di questo sistema planetario. Che però va conosciuto per ciò che ci ha lasciato, non solo per un nome o solo per un’ etichetta.

Il nostro viaggio per scroprire la più famosa performance di Jimi Hendrix si conclude qui.Ci vediamo nel prossimo appuntamento con Coolest Rockin Concenrts! \,,/

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